5 Investimenti per risparmiare in casa

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Oggi le spese in casa crescono a dismisura, ed è indispensabile trovare la maniera di arginarle. Le nuove tecnologie ci vengono in aiuto consentendoci di ridurre i consumi e, conseguentemente, i costi, soprattutto delle utenze casalinghe, acqua, luce, gas. Anche gli incentivi, in funzione del patto internazionale sui consumi, il famoso pacchetto 20-20-20, aiutano a raggiungere l’obiettivo, ma la logica rimane quella di ottenere gli stessi benefici, che possono dare gli impianti tradizionali, con impianti a risparmio energetico, o con soluzioni comunque che siano meno invasive, sia sul piano sia dei consumi che dell’inquinamento.

Conti fatti se si vuole risparmiare, e questo vuol dire ridurre i costi delle utenze nel tempo, occorre investire in tecnologie che ci diano questa possibilità. Per risparmiare si può intervenire su più fronti, traendo energia dal sole, dall’aria, dall’acqua e dalla terra. Soluzioni quindi come il fotovoltaico, il solare termico, la sostituzione degli elettrodomestici con macchine a risparmio energetico A+, la caldaia a condensazione, o, molto valido oggi nel rapporto costi/benefici, la pompa di calore.

Il primo esempio, l’impianto fotovoltaico, possiede dei pannelli, costituiti da cellule al silicio, capaci di convertire l’energia solare in energia elettrica, immediatamente sfruttabile, o immagazzinabile in adeguati accumulatori. È un’ottima soluzione a patto che si posseggano le superfici adeguate alla collocazione dei pannelli, ed una esposizione ai raggi del sole che sfrutti al massimo le loro capacità.

Altro impianto, più antico come tecnologia, ma oggi decisamente rivalutato, è il solare termico. Anch’esso ha la necessità di una superficie radiante sfruttabile abbastanza estesa, come un tetto o una grande terrazza, e un boiler di adeguate dimensioni, ben coibentato e, se è possibile, messo al riparo dagli sbalzi termici o, addirittura interrato. Consente una produzione abbastanza costante di acqua calda mediamente intorno ai 40° ottima per gli usi sanitari e di buon aiuto al riscaldamento tradizionale ad elementi radianti perché fornisce un’acqua già parzialmente riscaldata riducendo la necessità di impiego del carburante per portarla alla temperatura ottimale. Scomodo per lo spazio dedicato al boiler, ha di vantaggio dei costi di manutenzione molto bassi.

Anche gli elettrodomestici casalinghi, cui abbiamo fatto talmente l’abitudine da non considerarli affatto come fonti di consumo, sostituiti da altri più nuovi e con una classe energetica migliore, da A+ a salire, possono dare una mano non indifferente ad abbattere i consumi, e molti di loro rientrano nel bonus dell’incentivo ‘mobili’ consentendo di scaricarli dalle imposte da pagare, purché si siano rispettate tutte le incombenze dettate dalla legge di riferimento.

Un’altra spesa da poter considerare un investimento sul risparmio energetico è la sostituzione della caldaia con una nuova a riciclo dei fumi e di classe energetica più alta. I consumi si riducono in maniera sufficiente, e in funzione di quanto la caldaia riesca a sfruttare al massimo il calore degli stessi fumi emessi dalla stessa o il calore generato dalla caldaia sulle parti a contatto. Il risultato migliora la resa e la pulizia dei fumi di scarico e conseguenti polveri sottili.

Uno degli impianti che oggi è grandemente rivalutato per la sua duttilità e la grande possibilità di risparmio energetico è la tecnologia di riscaldamento/raffreddamento degli ambienti grazie alla pompa di calore. Il termine ‘pompa’ mette in chiaro la sua caratteristica principale, che è proprio quella di raccogliere energia calorica dall’esterno e immetterla all’interno. A differenza di un riscaldatore a resistenza o a combustione, la pompa di calore prende l’energia calorica dall’ambiente esterno e lo conduce all’interno dopo averlo ‘lavorato’ per aumentarne la resa calorica con un compressore.

Le pompe di calore sono di diverso tipo e, in dipendenza dell’elemento dal quale traggono il calore, e a quale elemento lo trasferiscono, si distinguono in aria/aria, aria/acqua, acqua/acqua, terra/acqua. Il primo, di più facile installazione e minor costo, è decisamente il più diffuso. Esso prende il calore dall’aria circostante aspirandola con una ventola verso il compressore e reimmettendola negli ambienti, o utilizzandola per riscaldare l’acqua che poi circolerà nei sanitari di casa o verso un boiler di distribuzione ai radiatori.

Le pompe di calore che prendono l’energia termica dall’acqua o dal sottosuolo beneficiano di una maggiore uniformità di temperatura rispetto all’aria, ma affrontano i costi di un impianto che preveda di trovare acqua corrente con una trivellazione che può aggirarsi anche intorno agli 80 metri di profondità, o di prendere calore dalla terra con la posa di una rete interrata che può essere anche poco profonda ma molto larga e ramificata, o profonda con carotaggi oltre i 40 metri. Il principio di funzionamento in ogni caso è identico e il risparmio è garantito, perché l’energia elettrica consumata dall’impianto di aspirazione, compressione e distribuzione, si aggira tra ¼ e 1/5 di quella utilizzata per scaldare l’aria meccanicamente con una resistenza.

Secondo lo stesso principio, e invertendo il flusso, l’impianto aria/aria può rinfrescare gli ambienti durante la stagione calda, adempiendo così al doppio uso di riscaldamento e raffreddamento degli ambienti (per un approfondimento sul funzionamento delle pompe di calore, tipologie e prezzi, vi invitiamo a leggere questo articolo).

Installabile quasi dovunque, con impianti singoli (1 aspiratore/compressore e 1 distributore) o multipli (1 aspiratore/compressore e più distributori) la pompa di calore è diventata una delle soluzioni che unisce praticità, convenienza e risparmio.